lunedì 4 aprile 2011

IL SUONO DELL' OLIFANTE: è uscito il nuovo disco



IL SUONO DELL’ OLIFANTE


Napoli come New York, come Berlino, come L’ Africa, Napoli come crocevia delle culture, Napoli che assorbe tutto e rigetta violentemente il tutto su i suoi figli e sul mondo intero, Napoli stratificata a più livelli, Napoli che affoga nell’ immondizia, Napoli dall’ aria irrespirabile, Napoli come una bella donna distesa sul mare, Napoli con i suoi fantasmi, Napoli…..

Questa è l’ ambientazione dove prende forma e si sviluppa: “IL SUONO DELL’ OLIFANTE” disco d’ improvvisazione sonora partorito dalla “mente malata” del trio avant/noise partenopeo: NEMBROT, in collisione con l’ uomo dell’ elettronica piemontese ANDREA FERRARIS. Napoli non racconta più di pizze e mandolino, ma produce e narra di destrutturazioni, di realtà negate, di anime oramai metallizzate, di pazzia, disagio e suoni rarefatti e malati, che oramai si legano inesorabilmente alla fisionomia di questa città moderna. Il suono dell’ olifante è un viaggio attraverso le desertificazioni delle città moderne, è una spremuta del disincanto e della sempre più, oramai, distanza della gente dalla gente, è un incontro tra l’ elettronica simbolo di un mondo che si trova ad uno stato tecnologico avanzatissimo e della musica fatta adoperando strumenti infetti e scarti lasciati da questa società consumistica, è uno schiaffo dato con violenza alla classica concezione di musica predefinita e di consumo. Suoni acustici, elettrici ed elettronici si fondono in una commistione visionaria tra ambient/noise ed elettronica povera che spalanca le porte ad atmosfere industrial dove le dilatazioni sonore la fanno da padrone e dove il ritmo viene totalmente abbattuto. Il disco esce per l’ etichetta do it yourself napoletana: ZERO SONICO RECORDS e per l’ etichetta pugliese HYSM?

venerdì 25 marzo 2011

NEMBROT / FERRARIS

Nuovo album in uscita ad aprile 2011.

E in arrivo il nuovo album della band in collaborazione con il piemontese A. "ics_" Ferraris. Il nuovo album sarà prodotto seguendo una logica eco sostenibile.

venerdì 2 ottobre 2009

NEMBROT LIVE WITH L' ENFANCE ROUGE


DOMENICA 18 OTTOBRE 2009
ORE 22:OO
AL CELLAR THEORY
NAPOLI (vomero)

apertura al concerto di:
L'ENFANCE ROUGE

lunedì 24 agosto 2009

TRIBUTE TO BURROUGHS


" la cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili"

installazione sound/art + performance

sabato 29 agosto 2009
castello medievale
S. M. di Castellabate (Sa)
ore 21:00

mercoledì 22 luglio 2009

RECENSIONE SU SODAPOP

Io e l'ordine non siamo mai stati i migliori amici e purtroppo, pur cercando disperatamente di metterci una toppa, crescendo la cosa non fa che peggiorare, per quanto continui a ripetermi che "il kaos è tipico delle persone creative" (cazzata su cui quelli come me hanno edificato fior fior di auto-giustificazioni): a conferma di ciò, credevo di aver postato questa recensione parecchi mesi fa quando i Nembrot mi avevano fatto arrivare questo demo. Per fortuna non tutto il male vien per nuocere ed è accaduto che i Nembrot li abbia anche visti in azione ed abbia focalizzato meglio alcune delle impressioni che avevo avuto ascoltando questo CDr.
Si tratta di un trio a due chitarre e batteria che sporadicamente usa la voce: uno dei primi inevitabili accostamenti che mi sono venuti in mente è quello ai Sonic Youth prima maniera, quindi non quelli della forma canzone ma quelli dei tappeti di chitarre tagliati dalla batteria, e quest'ultima è una delle migliori caratteristiche del gruppo, infatti il "batterismo" è quello che spinge il gruppo altrove; invece di ricordare Steve Shelly direi che fra lamiere, pelli e metalli assortiti ci si potrebbe trovare fra Chris Cutler ed Einsurzende Neubauten quando non erano ancora dei dandy del cazzo da conversazione al DAMS. Per quanto la registrazione non renda al meglio le qualità strumentali del gruppo e pur non essendo completamente convinto dal cantato, si tratta della classica materia grezza da cui si potrebbe tirare fuori un gran bel gruppo, anche perchè se è vero che il contesto culturale è quello che influenza in modo determinante la crescita degli individui, è più facile pensare che l'aura mefitica con la quale saranno cresciuti questi ragazzi non sia poi così distante da quella della No New York delle pere di James Chance. Tracce lunghe, ambientazioni fra feedback più o meno controllati, tappeti inframezzati da ritmiche tenute su pelli e lamiere e atmosfere fra il cupo ed il desolante. Ripeto, si tratta ancora di materia che va raffinandosi, ma lavorando di fino le carte ci sono tutte ed è triste constatare che questa sarebbe la migliore pubblicità progresso sulla periferia di Napoli, al di là di tutti i sensazionalismi di Gomorra (che resta un film più che decente), che per ora ha ottenuto come unico effetto di allontanare i turisti dalla città del Maschio Angioino.

di Andrea Ferraris vai al sito della recensione

giovedì 7 maggio 2009

RECENSIONE SU KATHODIK

Nembrot ‘Nembrot’

(Officine Frog 2008)

Al giorno d’oggi è piuttosto difficile imbattersi in un disco di industrial/noise che sia interessante – e questo soprattutto nell’ambito italiano: l’impressione è che il genere in questione sia ormai ridotto ad una mera accozzaglia di stereotipi sonori, dal momento che molti musicisti si limitano a manipolare il suono delle chitarre, suonare qualche strumento inconsueto, infarcire le partiture di rumori della più disparata provenienza e mescolare il tutto più o meno a casaccio, senza alcuna progettualità di fondo.
Non è questo il caso, per fortuna, dei napoletani Nembrot. Pasquale “pAko-P” Pierno (chitarre e interpretazioni), Gregorio Cassataro (chitarre ed elementi sonori) e Carmine Morelli (batteria e percussioni “nembrotiche”), attivi sulla scena musicale sin dal 2001, hanno realizzato un album di «avant-noise sperimentale» (la definizione è loro) capace di non solo di non annoiare, ma di stupire l’ascoltatore per tutta la sua durata.
La forza dei Nembrot sta nella loro capacità di mescolare i riferimenti alla scena internazionale noise-rock, industrial e kraut in lunghe composizioni in cui improvvisazione e strutturazione sono assolutamente in equilibrio. Tracce come Insano, La Refurtiva Del Vile (un gorgo infernale di suoni stranianti ed ultradistorti arricchito da un bel testo recitato con foga sempre crescente da Pierno), 3, brano privo di titolo in cui si alternano una prima parte all’insegna di un’isteria sonora ed una seconda dominata da una martellante marcia post-industriale; e ancora: la trilogia di Claustrofobia (pt. 1, pt. 2, pt. 3), ideale ponte di congiunzione tra la ricerca industrial/rumoristica ed il minimalismo di stampo kraut versante Can e il delirante crescendo (con tanto di urla sconnesse) di Incondizionata Resa, rappresentano una vera e propria boccata d’ossigeno in questo genere.
Ultima notazione: il disco è scaricabile gratuitamente sul sito delle Officine Frog, www.officinefrog.it.

Marco Loprete


Recensione su Kathodik